OPENING SABATO 4 NOVEMBRE
Ore 18.00-Presentazione di Alessandro Giovanardi.
Ore 18.45-Performing art del Collettivo Movimento Centrale Danza & Teatro, regia di Claudio Gasparotto.
Ore 19.15-Pier Paolo Paolizzi legge il racconto: “La tempesta", tratto da “Al tre surèli”, Longo Editore, 1973.
Che si creda in un solo dio, in molti dei, nella Natura, nel fato, o ancora si professi “una fede in niente ma totale”, la coscienza di essere stati in qualche occasione graziati - che il corso degli eventi ci sia stato cioè propizio, risparmiandoci la tragedia - accompagna molte delle nostre vite.
Quel sentimento ha prodotto fin dalla notte dei tempi oggetti carichi di gratitudine e di energia, memori dello scampato pericolo, tributi alla buona sorte: gli ex voto .
Dalla recente calamità che ha colpito duramente terre, animali, persone di Romagna - un'alluvione dalle caratteristiche devastanti, un flagello come non ne capitavano da secoli - il territorio di Rimini è uscito miracolosamente indenne.
PGR nasce con questa consapevolezza. Un gesto di compassione - partecipazione alla sofferenza altrui - nei confronti di chi invece ha perso molto. O tutto.
Nove artisti, un maestro intagliatore, un collettivo di danza, un attore di teatro, uno storico dell’arte si misurano col tema dell’ ex voto, intrecciando vissuto personale e collettivo. Due di loro - abitanti nei territori recentemente martoriati - rappresentano idealmente tutti i loro conterranei, ai quali questo omaggio corale è dedicato.
Ad esso è legata una raccolta fondi tramite l’acquisto di piccole tele stampate a ruggine da Lucia Baldini, utilizzando una matrice intagliata da Bruno Donati.
IL NOSTRO SPONSOR "TERRÆSOLE", STORICO NEGOZIO BIO CON OLTRE 35 ANNI DI ATTIVITÀ A 360° NEL MONDO DELL'AGRICOLTURA BIOLOGICA ED ECOSOSTENIBILE, OFFRIRÀ AI PARTECIPANTI UN COCKTAIL PARTY CON I LORO PRODOTTI PIÙ GENUINI.
SOTTO LA REGIA ESPERTA DI CLAUDIO GASPAROTTO, INTERRVERRÀ NELLA SERATA UNA PERFORMING ART A TEMA SULLA MOSTRA.
Personaggio multiforme, Dario Maria Campana ha riversato nell'arte le esperienze di una vita eclettica. Nella galleria Sincron, da lui gestita negli anni sessanta, figuravano opere di Mimmo Paladino, Hans Glattfelder, Vittorio D'Augusta, Bruno Munari, che hanno ispirato la sua prima produzione artistica. Negli anni settanta Campana scolpisce opere monumentali in marmo e bronzo destinate a luoghi pubblici sparsi per tutta Italia, da Milano a Bari. Dopo una lunga pausa creativa ricomincia a scolpire, realizzando bassorilievi in cui il fascino per la tecnologia si combina alla passione per le varianti del caso, in una miscela che congiunge i ready-mades di Duchamp a Hal 9000, l'intelligenza artificiale del film di Kubrick. Richiamando il fenomeno gravitazionale per cui il nostro satellite ci mostra sempre la stessa faccia luminosa, nascondendoci la sua altra faccia oscura, la mostra Librazioni evidenzia l'intento dell'artista di affidare alle sue opere una rappresentazione chiara e netta della realtà, un'utopia in cui ogni ombra è dissolta dal potere della ragione...
Collaborazione come Partner Culturale per la manifestazione "La Settima Arte"
Il cinema è un’industria che produce arte. In questa affermazione, condivisibile lungo tutta la storia del cinema, risiede il naturale legame tra la cultura cinematografica e quella industriale.
Da qui nasce “La Settima Arte – Cinema e Industria”, il progetto, di carattere internazionale, ideato da Confindustria Romagna, Khairos Srl (Cinema Fulgor e Cinema Settebello di Rimini), Università Alma Mater Studiorum Bologna – Dipartimento Scienze per la Qualità della Vita di Rimini, con la collaborazione del Comune di Rimini.
La Settima Arte – Cinema e Industria fa parte del calendario degli eventi di “Verso il 2020: 100 anni di Fellini” e accende i riflettori su due temi:
il “Fare Cinema”, inteso come l’industria del cinema, l’insieme di risorse umane, economiche, intellettuali e professionali che costituiscono la nervatura produttiva del settore;
la declinazione espressiva del fare cinema, intesa come una “Rivoluzione Culturale” in grado di rompere gli schemi del presente.
I due filoni si intrecceranno e declineranno, in modo ampio e diversificato, nel programma delle tre giornate che prevede mostre, proiezioni, conferenze, masterclass, presentazioni di libri con autore.
Gli incontri sono liberi ed aperti a tutta la cittadinanza, in un’idea di stretta relazione con il territorio. Il progetto si caratterizza per la sua identità di evento corale nella definizione dei contenuti e nella partecipazione agli appuntamenti, in cui si riconoscono come partner culturali istituzioni, aziende, associazioni ed enti.
L'uovo umanoide Humpty Dumpty (da un muretto). King Kong (dall'Empire State Building), Adamo ed Eva (dal giardino dell'Eden), Tim Finnegan (da una scala a pioli), Fetonte (nell'Eridano), Sherlock Holmes (dalle cascate del Reichenbach), il professor Rath (nell'abiezione morale e nell'avvilimento): anche noi, come loro, siamo in caduta libera. Tredici artisti ci raccontano verso che cosa stiamo precipitando. Meglio saperlo con un po' di anticipo, per essere pronti allo schianto, dato che – come dice il protagonista del film L'odio di Mathieu Kassovitz – il problema non è la caduta, ma l'atterraggio.
Collettivo:
Vittorio D'Augusta - Maurizio Battaglia - Leonardo Blanco - Lukas Brunnen - Maria Pia Campagna - Dario Campana - Kiril Cholakov - Olivia Oss - Jaanika Peerna - Massimo Pulini - Angela Rapio - Graziano Vitta - Nadja Galli Zugaro
con il contributo creativo di Errante Parrino e Adem B | collaborazione musciale Marco Gemmoni | videoinstallazione di D&L | perfomance di Claudio Gasparotto | lettura di Adele Masciello
a cura di Fabio Lombardi
La luce è sospesa, uomini-alberi, uomini-animali abitano lo spazio con la consistenza di fantasmi, di ombre.
Come in una notte, queste presenze immerse nel buio non consentono alcuna confidenza, ognuna mantiene
vivo il suo mistero. Nelle ombre si possono proiettare pensieri, visioni, paure, ricordi, parole non dette;
persone che abbiamo perso, paesini abbandonati, luoghi della nostra memoria visiva, situazioni mai vissute;
in breve, sogni. Un racconto onirico nel tentativo di esprimere un’impossibilità, disegnare i contorni di ciò che
non è rappresentabile, o perché forse la memoria è fatta cosi…ti rimangono solo le silhouettees, ombre
nell’attimo prima che tutto svanisca nel nulla, o dal nulla emerga.
Nuove vie per la scultura contemporanea, sono quelle che da tempo Nicola Cucchiaro va percorrendo con costante, meticolosa fedeltà agli strumenti e alla prassi di un “fare” che ha radici antiche coniugando for- me e linguaggi attuali.
Il titolo della mostra è “AL 13”, è il nome chimico dell’alluminio, il suo simbolo è AL e 13 è il numero atomico e si riferisce alla materia metallica luminosa e rifrangente con cui le sculture, pezzi unici, sono state fuse. Le sculture, quasi degli stiacciati (visto l’esiguo spessore), si muovono nello spazio in un labirinto di forme dilatate, deformate, esse.
Cucchiaro ha inventato un abbecedario transgenetico, in un rinnovamento del fantastico come metodo per la rappresentazione della realtà. Quella in divenire, quella passata, utilizzando le connessioni di diversi campi disciplinari, mettendo in luce le pulsioni verso una nuova umanità che è andata oltre il post moder- no pur inglobandolo.
I disegni sono una confessione creativa ma anche la forma maieutica di un “agire” del pensiero, dove il segno e gli altri elementi compositivi vengono ra nati e disciplinati in grandi fogli: hanno per soggetto re- sidui antropomor di un’umanità dolente e mutante, corpi deformati e resi nudi e cavi dalla manipolazione perpetrata dall’artista.
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